Luciana Capaccioli
Bruno Taut
Visione e progetto
L'architettura immaginata e quella costruita, le opere espressioniste e gli scritti di Bruno Taut, un architetto che ha saputo coniugare felicemente fantasia e razionalità.
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«A chi sostiene che l'architettura deriva solo dalla funzione, solo dalla tecnica o solo dalla costruzione, si può rispondere con altrettanta sicurezza: l'architettura deriva solo dallo spazio, solo dall'inizio del bello e del giocoso»: così scriveva Bruno Taut su «Frulicht», in una nota alle lettere di Scheerbart, l'ispiratore dell'architettura del cristallo. E sempre sulla stessa rivista affermava, in contrapposizione all'architettura "nutzlich", utilitaria e funzionale: «la casa non deve essere altro che bella. Non deve avere nessun altro scopo...». Da questo saggio che di Taut analizza le opere espressioniste, gli scritti e le Siedlungen, l'architettura immaginata e l'architettura costruita, emerge con sorpresa la continua rielaborazione dei concetti, degli spazi, delle forme: una sintesi, affinata continuamente, di fantasia e razionalità.