Angela Giallongo
Il bambino medievale
Educazione ed infanzia nel Medioevo
nuova edizione ampliata
prima edizione 1990
Le idee medievali sull'infanzia nei vari ambiti sociali, nelle campagne, nelle corti, nelle città, nelle scuole ecclesiastiche e comunali, nei monasteri. Gli orientamenti culturali più incisivi nei progetti sull'educazione e i modelli di comportamento adottati dagli adulti nei confronti dei minori. In primo piano, l'«altra» infanzia, quella femminile.
Come visse il senso dell'infanzia il Medioevo? Quali condotte sociali adottarono gli adulti per allevare, educare ed amare i loro figli? Quali furono i comportamenti maschili e femminili? È proprio vero che la società occidentale non ebbe bisogno, in quei secoli, di idee-guida sui bambini? A questi e ad altri interrogativi risponde il saggio che, attraverso il ricorso a varie testimonianze scritte ed iconografiche, restituisce gli atteggiamenti, le riflessioni, i comportamenti, le emozioni, i sentimenti e le raffigurazioni dei contemporanei a riguardo. Si scopre così che alle intonazioni pessimistiche dell'età di sant' Agostino e di quelle generazioni successive, che trovarono odioso persino il ricordo di essere stati bambini, ne susseguirono altre. A partire dal XIII secolo, in area francese ed italiana, trattatisti, medici, divulgatori scientifici, precettori e romanzieri cominciarono a considerare positiva l'esistenza delle prime età e a raccomandare, con Aldobrandino da Siena (XIII secolo), agli adulti di far crescere i bambini senza «accidentia animae».
Ma c'è di più. Anche sul piano personale, la parola infanzia promuove sensazioni gradevoli.
Prova ne è l'orgoglio con cui Christine de Pizan (XIV secolo) attribuiva ai giorni felici della sua infanzia il merito di averla aiutata a superare le avversità della vita.