Sapere 6/2019
Cerere, la regina
degli asteroidi
di Francesca Zambon
Efficienza e sobrietà
per giungere alla sostenibilità
di Vincenzo Balzani
Franco Grignani, maestro
della comunicazione visiva
di Giuseppe Caglioti
La danza dei giganti
di Giuseppe Romanello
La depurazione delle acque
tra passato, presente e futuro
di Mauro Icardi
Gli articoli
Sapere 6/2019
EDITORIALE
20 anni
di Nicola Armaroli
SATELLITE
news a cura di Luigi Minervini
ARTICOLI
ASTRONOMIA
Cerere, la regina degli asteroidi
di Francesca Zambon
ENERGIA E AMBIENTE
Efficienza e sobrietà per giungere alla sostenibilità
di Vincenzo Balzani
SCIENZA E ARTE
Franco Grignani, maestro della comunicazione visiva
di Giuseppe Caglioti
INGEGNERIA CIVILE
La danza dei giganti
di Giuseppe Romanello
ECOLOGIA
La depurazione delle acque tra passato, presente e futuro
di Mauro Icardi
SCIENZA A SCUOLA
Geologia sui colli Euganei
di Axel Bullo e Alice Laggia
STORIE DI SCIENZA
Marie Curie: una donna contro (quasi) tutti
di Vincenzo Palermo
STORIE DI SAPERE
Buzzati Traverso e la modernizzazione della ricerca
di Domenico Ribatti
RUBRICHE
FISICA? UN GIOCO
Il moto naturale
di Federico Benuzzi
TERRA, TERRA!
La terra del fuoco eterno
di Alina Polonia
PROTEINE OPERAIE
La molecola R848
di Massimo Trotta
HOMO MATHEMATICUS
La tragedia del bene comune
di Roberto Natalini
COSCIENZIAT@
Lo scienziato delle merci
di Marco Cervino e Cristina Mangia
LA FORMULA
Provare per credere
di Tommaso Castellani
SPAZIO ALLA SCUOLA
Per sempre coinvolti
di Stefano Sandrelli
INNOVAZIONE 4.0
Ambizioni cinesi
di Paolo Berra
SCIENZA LIGHT
LIBRI
IL RACCONTO
Parla il gatto di Schrödinger
di Marco Fulvio Barozzi
NUMERI IN GIOCO
In questo titolo sono contenute quarantasette lettere
di Ennio Peres
SCIENZA DA TAVOLO
Combattere per gli oceani sul tavolo da gioco
di Marco Signore
GRAPHIC NOVEL
Feynman genio trasformista
di Claudio Scaramuzzi
LA MAPPA
Non ci sono più le mezze stagioni
20 anni
Nicola Armaroli
Sembra ieri, ma sono passati 20 anni dal “baco del millennio”. A mezzanotte del 1° gennaio 2000, si temeva che l’orologio dei sistemi informatici, nei quali l’anno era indicato con due sole cifre, potesse tornare indietro di un secolo causando seri problemi pratici: “00” significava infatti 1900 e non 2000. Non accadde nulla di grave e, mentre noi ci preoccupavamo inutilmente, lontano dai riflettori maturavano scenari ben più cupi. Meno di due anni dopo, un manipolo di terroristi scatenò l’inferno su New York e Washington, innescando una perversa catena di tensioni e guerre. Ricordo bene che i centri di ricerca rimasero qualche giorno senza connessione internet, perché un nodo chiave della rete globale passava sotto il World Trade Center. Al Qaeda si rivelò più efficace del baco del millennio, ma lo notarono in pochi: abitazioni e luoghi di lavoro non erano ancora connessi alla rete, gli smartphone non esistevano.
Nel corso di questo scorcio di secolo sono state fatte importanti scoperte, ad esempio l’osservazione delle onde gravitazionali, il bosone di Higgs e la presenza di acqua su Marte. In campo medico vi sono stati progressi nel trattamento di alcune gravi malattie come l’AIDS, migliorando qualità e aspettativa di vita. La chirurgia ha fatto progressi ancora maggiori, ad esempio in campo ortopedico e oculistico. Nuove e antiche paure si sono però (ri)materializzate: rischio pandemie, resistenza agli antibiotici, diffusione di microinquinanti.
Questo primo scorcio di millennio passerà alla storia per l’irruzione della tecnologia nella vita quotidiana. I computer sono oggi migliaia di volte più potenti e capienti di quelli su cui non si scatenò il baco del millennio; persino gli schermi sono radicalmente diversi. Abbiamo in tasca un oggetto che ci tiene costantemente connessi con tutto il mondo. Lo fa a costi irrisori, spesso grazie a servizi gratuiti erogati da colossi dei media cui, in tacito scambio, regaliamo ogni informazione sulla nostra vita. Forse un giorno ce ne pentiremo, ma per ora ci va bene così. Le auto di oggi inquinano molto meno di quelle che circolavano 20 anni fa, ma dal 2000 le vendite globali di automobili sono aumentate dell’80%, cancellando buona parte dei benefìci ambientali raggiunti.
Tra gli avanzamenti tecnologici pervasivi del ventennio spiccano due invenzioni del XX secolo premiate con il Nobel nel 2014 e nel 2019: il led blu e la batteria al litio, che hanno permesso un efficientamento epocale dei sistemi di illuminazione e la diffusione di dispositivi elettronici portatili di ogni tipo. La batteria al litio sta addirittura minando alla radice il più grande conglomerato industriale della storia (oil & automotive), aprendo la strada alla mobilità elettrica. 20 anni fa dominava la scena un movimento di opinione che invocava una forte espansione del nucleare civile. Pochi sostenevano che si trattasse di una scelta irrazionale e il tempo ha dato loro ragione. In questi 20 anni eolico e fotovoltaico sono arrivati a produrre l’equivalente di 250 centrali nucleari, mentre l’industria atomica è piombata in una irreversibile agonia. Sempre in questo ventennio, nuove tecniche di trivellazione orizzontale hanno permesso di estrarre petrolio e gas da giacimenti un tempo inaccessibili. Resta da dimostrare che si tratti di un’idea brillante.
In vent’anni sono cambiate molte cose. Tranne una, purtroppo: la più importante. 20 anni fa era già certificata l’influenza catastrofica delle attività umane sul clima, ma non si è fatto nulla di efficace per invertire la rotta. Spero che nell’editoriale del dicembre 2029 non si debba scrivere che si sono persi altri 10 anni, perché questo vorrebbe dire che nell’editoriale del dicembre 2039 non ci sarebbe più alcun progresso umano da raccontare. Sarebbe un peccato.