Sapere 6/2018
Come attuare la sostenibilità nell’Antropocene?
di Gianfranco Bologna
Un approccio ecosostenibile per la difesa del banano
di Aurelio Ciancio e Fabrizio Cillo
L’ibernazione come strategia per l’esplorazione spaziale
di M. Cerri, A. Zoccoli e M. Durante
Il più grande osservatorio di raggi cosmici
di Roberto Mussa
Amalia Ercoli Finzi: la signora delle comete
intervista di Tommaso Castellani
Gli articoli
EDITORIALE
La foto più bella
di Nicola Armaroli
SATELLITE
news a cura di Valentina Tudisca
ARTICOLI
PATOLOGIA VEGETALE
Un approccio ecosostenibile per la difesa del banano
di Aurelio Ciancio e Fabrizio Cillo
FISICA
Il più grande osservatorio di raggi cosmici
di Roberto Mussa
ASTRONOMIA
Amalia Ercoli Finzi: la signora delle comete
intervista di Tommaso Castellani
FISIOLOGIA
L’ibernazione come strategia per l’esplorazione spaziale
di Matteo Cerri, Antonio Zoccoli e Marco Durante
SOSTENIBILITÁ
Come attuare la sostenibilità nell’Antropocene?
di Gianfranco Bologna
SCIENZA A SCUOLA
La caduta dei gravi: un classico di fisica alla scuola primaria
di Riccardo Bosisio e Luca Galoppo
STORIE DI SCIENZA
A caccia di pianeti lontani
di Vincenzo Palermo
RUBRICHE
FISICA? UN GIOCO
C’era una volta un gatto. O no?
di Federico Benuzzi
SPAZIO ALLA SCUOLA
La gamification della didattica
di Stefano Sandrelli
LA FORMULA
L’arte di saper scrivere
di Tommaso Castellani
HOMO MATHEMATICUS
Cronache del ghiaccio e dell’acqua
di Roberto Natalini
TERRA, TERRA!
La faglia del Mar Morto
di Alina Polonia
COSCIENZIAT@
La scienziata che sapeva troppo
di Marco Cervino e Cristina Mangia
INNOVAZIONE 2.0
Una pausa molto attiva
di Antonella Del Rosso
L’ISTINTO MUSICALE
Le note di passaggio
di Philip Ball
NUMERI IN GIOCO
Acqua e vino
di Ennio Peres
SCIENZA LIGHT
LIBRI
IL RACCONTO
Entropia
di Tommaso Castellani
BUFALE E MISTERI
Il mistero dell’albero che non può esistere
di Monica Marelli
SCIENZA DA TAVOLO
Genius Games: insegnare la scienza con i giochi
di Marco Signore
GRAPHIC NOVEL
Lo zucchero secondo Wolke
di Debora Gregorio
LA MAPPA
In direzione ostinata e contraria
La foto più bella
Nicola Armaroli
Vigilia di Natale del 1968, cinquant’anni fa. Tre astronauti della NASA viaggiano nell’orbita lunare a bordo della navicella Apollo 8; una missione importante, in vista dell’allunaggio previsto sette mesi dopo. All’improvviso si trovano davanti uno spettacolo che li lascia senza fiato. Dall’oblò, tra lo spoglio suolo lunare e lo sfondo del buio cosmico, appare la Terra: una fragile e meravigliosa nicchia di vita in un’immensità di materia inanimata.
Senza rendersene conto, l’astronauta Bill Anders scatta una delle foto più famose e influenti di tutti i tempi. Pieno di emozione commenta: «Siamo venuti sin quassù per esplorare la Luna e la cosa più importante che abbiamo scoperto è la Terra». Quell’immagine, riprodotta qui accanto, cambia per sempre la percezione del nostro pianeta e diventa l’icona dei movimenti ambientalisti che stanno nascendo in quegli anni. Il suo bellissimo titolo Earthrise è quasi intraducibile in italiano: Sorgere della Terra.
L’immagine della Terra dallo spazio resta oggi identica, ma un confronto fotografico più ravvicinato, a distanza di 50 anni, mostrerebbe profondi cambiamenti. La popolazione mondiale è passata da 3,5 a 7,6 miliardi. 45 città hanno superato i 10 milioni di abitanti e la popolazione urbana globale è passata dal 35% al 55%. Il consumo di energia è più che raddoppiato. Il volume della calotta artica, a fine estate, si è dimezzato. Il 20% della foresta amazzonica e il 50% di quella del Borneo sono stati distrutti per far spazio a coltivazioni e pascoli. I mari si sono svuotati di pesci e popolati di plastica. Le concentrazioni di CO2 e metano in atmosfera sono aumentate del 25%. È stata inferta una profonda ferita allo strato di ozono, che si sta faticosamente cercando di ricucire.
Centinaia di milioni di persone sono uscite dalla povertà, soprattutto in Asia orientale. Una vasta porzione di Africa continua invece ad avvitarsi in una povertà che pare senza fine. Il quadro geopolitico è radicalmente cambiato: l’inquietante mondo suddiviso in due blocchi del 1968 è stato cancellato, ma il nuovo quadro multipolare non è più rassicurante.
La buona notizia è che non è cambiata la straordinaria combinazione di cause che rendono questo minuscolo pianeta un’esplosione di vita.
Ricordiamone solo alcune. Trilioni di minuscoli sistemi fotosintetici di sconvolgente complessità riciclano incessantemente lo scarto della vita (CO2) utilizzando la luce del Sole. La tettonica a placche ha generato tantissimi ambienti naturali, favorendo lo sviluppo di una straordinaria biodiversità, vera e propria assicurazione contro le estinzioni di massa. La distanza dal Sole si trova nel breve intervallo che garantisce la presenza di acqua allo stato liquido, condizione indispensabile per lo sviluppo di organismi viventi.
La struttura del nucleo terrestre genera un campo magnetico che ci protegge dalle tempeste solari.
Il Sole è una stella relativamente piccola e stabile che convive placidamente con i suoi pianeti. Lo spazio può essere un luogo molto ostile, ma gli effetti gravitazionali dei colossi Giove e Saturno ci proteggono dagli asteroidi, mentre tutto il Sistema Solare è collocato in uno degli angoli più tranquilli della Via Lattea.
Possiamo pensare che in questo punto dell’Universo si sia concentrata un’enormità di condizioni favorevoli che rendono casualmente possibile la meraviglia che ci circonda. Oppure possiamo credere di essere parte di un misterioso progetto che ci sovrasta. Non importa come la pensiamo. Importa non smettere mai di stupirci della nostra meravigliosa casa. E soprattutto non dare per scontato che resterà per sempre accogliente e vitale. Perché siamo noi ad avere bisogno di lei, non viceversa.