Sapere 5/2016
L’epidemia di Xylella in Puglia
del Gruppo Linceo per la Xylella
Un Universo polveroso
di Maria Antonia Iatì e Cesare Cecchi-Pestellini
2020, l’anno che verrà
di Carlo Rondinini e Luca Santini
La massa: da Newton a Higgs
di Domenico Coiante
Influenza dei cambiamenti climatici sul rischio di estinzione
di Michela Pacifici
Gli articoli
EDITORIALE
Terra cattiva. O no?
di Nicola Armaroli
SATELLITE
news a cura di Valentina Tudisca
ARTICOLI
BIOLOGIA
L’epidemia di Xylella in Puglia
del Gruppo Linceo per la Xylella
ASTRONOMIA
Un Universo polveroso
di Maria Antonia Iatì e Cesare Cecchi-Pestellini
BIOLOGIA
2020, l’anno che verrà
di Carlo Rondinini e Luca Santini
FISICA
La massa: da Newton a Higgs
di Domenico Coiante
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Influenza dei cambiamenti climatici sul rischio di estinzione
di Michela Pacifici
SCIENZA A SCUOLA
I frigoriferi scaldano
di Marcello Sala e Marco Testa
STORIE DI SCIENZA
La nave di ghiaccio
di Vincenzo Palermo
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FISICA? UN GIOCO
E = mc2, la luce della conoscenza
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INNOVAZIONE 2.0
Sulle orme di Ettore Majorana
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HOMO MATHEMATICUS
Gli uccelli volano
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COSCIENZIAT@
TTIP e salute pubblica
di Marco Cervino e Cristina Mangia
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Le vie del sapere
di Tommaso Castellani
TERRA, TERRA!
Oceani, correnti e clima
di Alina Polonia
MOLECOLE IN CUCINA
I poiseuille: più succosi della carne
di Hervé This
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Una base su Marte
di Stefano Sandrelli
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Le bollicine del ragionier Fantozzi
di Massimo Trotta
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L’ho già sentito
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SCIENZA LIGHT
LIBRI
IL RACCONTO
Venuto da Udvar
di Giuseppe O. Longo
BUFALE E MISTERI
La grande estinzione: mistero risolto
di Monica Marelli
DISSAPERI
Questi fantasmi
di Stefano Pisani
GRAPHIC NOVEL
Who I am
di Pierfederica Verdegiglio
LA MAPPA
Il rischio sismico in Italia
Terra cattiva. O no?
Nicola Armaroli
Mio malgrado, ho sperimentato che esistono due modi per affrontare un terremoto: rimanere impietriti dal terrore o sorridere. La notte del 20 maggio 2012 fui svegliato dal boato del sisma emiliano. Secondi interminabili rincantucciato nel letto, sperando che la nostra casa di 220 anni tenesse botta. Fortunatamente, solo qualche piccola crepa.
L’8 aprile 2016 mi trovavo in Giappone (Osaka) per tenere una conferenza a un congresso. Mentre parlavo l’edificio (tra i più antichi della città, quasi 100 anni) cominciò a tremare. Il presidente della sessione, giapponese, con sguardo rassicurante e gesto gentile mi invitò a continuare. Dieci minuti dopo tornarono i tremori; imperturbabile e ancora più sorridente, il collega giapponese mi fece cenno che non c’era alcun motivo di preoccuparsi, tanto meno di interrompere.
In Italia, scene come questa restano un miraggio, anche se il terremoto del 24 agosto scorso è tutto tranne che sorprendente. Anzi, è assolutamente certo che succederà ancora, anche se nessuno può prevedere quando e dove. Ottimista, confido che sia la volta buona: alla prossima discussione su grandi opere ritenute di interesse nazionale – tipo la mitica TAV Torino-Lione, che si fatica sempre più a capire chi (e soprattutto cosa) dovrebbe trasportare – si prenderà in seria considerazione un piano nazionale per il consolidamento antisismico degli edifici. Magari solo per concludere, in tutta onestà, che il piano italiano è continuare così: mettere in conto, ogni decennio, qualche centinaio di morti («A chi la tocca la tocca», disse Tonio a Renzo), qualche decina di miliardi di fondi per la ricostruzione, un paio di giornate di lutto nazionale.
Al di là della cronica mancanza di prevenzione in Italia, questa tragedia solleva una questione più profonda, correlata alla nostra cocciuta riluttanza a prendere atto dei vincoli insormontabili che ci impone la realtà del pianeta in cui viviamo, e che non possiamo eludere. I movimenti tellurici non sono una maledizione, sono la vita stessa del pianeta: una forza della natura che ha letteralmente plasmato il paesaggio che ci circonda. È comodo ma fuorviante pensare che il terremoto sia una forza oscura e crudele, che in pochi secondi cancella vite e secoli di storia. È più impegnativo e meno consolatorio persuadersi che il terremoto è parte della vita stessa della Terra. E soprattutto convincersi che, nel XXI secolo, è possibile costruire e consolidare edifici che resistano ai terremoti di magnitudo 6-7 che si verificano in Italia. Specie in alcune zone, note con assoluta precisione.
Naturalmente possiamo pensare che la Terra sia crudele con l’uomo. È però utile notare che, senza dubbio, accade spesso il contrario. Solo due esempi fra tanti. La Terra ha impiegato centinaia di milioni di anni per diventare un tesoro immenso di biodiversità; in pochi decenni l’uomo ha cancellato per sempre migliaia di specie viventi. Siamo stati rapidissimi nel mettere in pericolo l’integrità dello schermo di ozono che protegge la biosfera dalla devastante radiazione solare ultravioletta ad alta energia. Abbiamo evitato per un soffio una catastrofe planetaria, smettendo di immettere in atmosfera le sostanze, apparentemente innocue, che divoravano l’ozono troposferico. Lentamente, in circa un secolo, la natura provvederà a rammendare il buco.
No, non è la Terra a doversi adeguare a noi, siamo noi a doverci adattare alle sue regole e ai suoi tempi. E lo possiamo fare anche con profitto, come insegnano gli ingegneri giapponesi. Sarei felice che i nostri figli si riappropriassero di questa banale saggezza. Cancellata, in sole due generazioni, dalla nociva illusione di un progresso senza limiti e costrizioni. E senza rispetto per un pianeta che ci garantisce vitto e alloggio. E anche molto altro.