Sapere 2/2017
Sulle tracce dei ghiacciai
di Alina Polonia e Fabiano Ventura
A caccia di stringhe
di Tommaso Mondadori
Le piante e la cura della salute
di Pinarosa Avato e Gian Pietro Di Sansebastiano
Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio
di Pasquale Pellegrini e Günther Kaufmann
Unità di misura e costanti fondamentali
di Enrico Massa e Giovanni Mana
Gli articoli
EDITORIALE
L’inverno della ragione
di Nicola Armaroli
SATELLITE
news a cura di Valentina Tudisca
ARTICOLI
GEOLOGIA
Sulle tracce dei ghiacciai
di Alina Polonia e Fabiano Ventura
FISICA
A caccia di stringhe
di Tommaso Mondadori
BOTANICA
Le piante e la cura della salute
di Pinarosa Avato e Gian Pietro Di Sansebastiano
ARCHEOLOGIA
Ötzi, l’Uomo venuto dal ghiaccio
di Pasquale Pellegrini e Günther Kaufmann
METROLOGIA
Unità di misura e costanti fondamentali
di Enrico Massa e Giovanni Mana
SCIENZA A SCUOLA
Una laguna di plastica
di Irina Mocan e Rachele Carraro
STORIE DI SCIENZA
A cosa serve un vaccino
di Vincenzo Palermo
RUBRICHE
FISICA? UN GIOCO
Una parentesi sui Cigar Boxes
di Federico Benuzzi
LA FORMULA
Il segreto del successo
di Tommaso Castellani
CERVELLI NON IN FUGA
Supereroe tra i batteri
di Domenica Farci
INNOVAZIONE 2.0
Il dragone e l’innovazione
di Paolo Berra
HOMO MATHEMATICUS
Curve carnevalesche
di Roberto Natalini
COSCIENZIAT@
200?
di Marco Cervino e Cristina Mangia
TERRA, TERRA!
Il “motore” della Terra
di Alina Polonia
MOLECOLE IN CUCINA
Superdolci
di Hervé This
PROTEINE OPERAIE
Supercalifragilistichespiralidoso
di Massimo Trotta
L’ISTINTO MUSICALE
Sapori di musica
di Philip Ball
SCIENZA LIGHT
LIBRI
IL RACCONTO
L’allievo inglese
di Andrea Barrett
BUFALE E MISTERI
Le misteriose colonne di luce
di Monica Marelli
DISSAPERI
La scienza... dell’oltrevita
di Stefano Pisani
GRAPHIC NOVEL
Creativa_mente
di Annarita Scaramuzzi
CRUCISCIENZA
di Lorenzo Di Sipio
L’inverno della ragione
Nicola Armaroli
Carl Sagan, una delle personalità scientifiche piùforti e influenti del XX secolo, affermò che «le teoriescientifiche che riguardano la fine del mondonon sono sottoponibili a prova sperimentale. Oalmeno non lo sono per più di una volta». Lo stilesarcastico si inquadrava nella battaglia che intraprese,all’epoca della guerra fredda, per sostenerela teoria del cosiddetto “inverno nucleare”. Il terminedenota il periodo successivo a un’ipoteticaguerra atomica totale, che sarebbe caratterizzatoda temperature molto basse a causa del sollevamentoin atmosfera di enormi quantità di polveri,le quali schermerebbero la radiazione solare perlungo tempo. In pratica, l’inverno nucleare comprometterebbela vita sulla Terra.
A meno di 30 anni dalla fine della guerra fredda, negli arsenali mondiali vi sono oltre 10 000 testate nucleari, circa un sesto del massimo raggiunto nel 1986, ma ancora più che sufficienti per distruggere la Terra. Lo scenario dell’inverno nucleare non è quindi scongiurato e soprattutto resta intatta l’eredità culturale di questa teoria che, tra vari meriti, ha dato un impulso cruciale alle scienze ambientali.
Uno dei pilastri della guerra fredda era la cosiddetta “deterrenza nucleare”: chi avesse deciso di lanciare per primo armi atomiche, sarebbe stato a sua volta duramente colpito, grazie al vasto dispiegamento degli arsenali delle due superpotenze, USA e URSS. In pratica, il mantenimento della pace si basava su un continuo aumento delle spese militari, per giustificare un’adeguata capacità di deterrenza. In questo contesto, il lavoro di Sagan ebbe un effetto dirompente, poiché dimostrava che una guerra nucleare non era una questione di vincitori o vinti sul piano militare, ma di distruzione della vita su scala globale. Diventava quindi lampante che la corsa agli armamenti, costata trilioni di dollari, fosse l’azione più inutile e scriteriata che l’umanità avesse mai compiuto.
La teoria dell’inverno nucleare aveva conseguenze politiche ed economiche enormi. Fu avversata in tutti i modi dalle gerarchie militari statunitensi e dalle lobby delle armi; Sagan e colleghi furono additati come traditori al soldo dell’URSS. Evidentemente anche i sistemi democratici possono essere insofferenti per la scienza, non solo i regimi autoritari o teocratici.
Tra i numerosi detrattori di Sagan spiccava Fred Singer, un fisico che ha lavorato anche per l’industria del tabacco, con l’obiettivo di dimostrare che il fumo è innocuo. Nel 1983 scrisse: «Lo scenario di Sagan può essere valido, ma le incertezze sono così ampie che il suo potere predittivo non è particolarmente utile». Non potendo contrapporre argomentazioni scientifiche, spargeva dubbi: un classico.
Sono rimasto incantato dalla bellezza e dal significato delle fotografie di Fabiano Ventura sul ritiro dei ghiacciai in tutto il mondo, che trovate in questo numero. Le ho viste dopo aver letto uno sconcertante inserto culturale sul Corriere della Sera che mette sullo stesso piano i climatologi che studiano i cambiamenti climatici e i ciarlatani che li negano. Evidentemente qualcuno della redazione del quotidiano milanese dà ancora credito ad affermazioni come questa: «La maggior parte degli scienziati non credono che i gas serra prodotti dall’uomo siano una minaccia all’ambiente e alla salute umana, nonostante una martellante propaganda che sostiene il contrario, che proviene dal mondo ambientalista e dai suoi leccapiedi sui principali mezzi di comunicazione». Un’altra affermazione di Fred Singer, l’infaticabile paladino delle battaglie contro la salute della biosfera e dell’uomo.
Tenete sempre questo numero di Sapere a portata di mano e ogni tanto riguardatevi le foto di Ventura. Saranno un ottimo antidoto contro venditori di dubbi e pseudoscienziati del clima.