Sapere 6/2022
Ecologia e sistemi biologici nel paradigma di Parisi
di Chiara Cammarota, Enzo Marinari
La complessità delle interazioni fra individui
di Andrea Baronchelli
La teoria della complessità nei problemi di ottimizzazione
di Maria Chiara Angelini e Federico Ricci-Tersenghi
La complessità in finanza: tra economia, matematica e psicologia
di Stefano Ciliberti
La complessità dimostrata: un esperimento a cielo aperto
di Elena Gagliasso
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9788822094582
fascicolo:
Sapere - numero 6
anno:
2022
mese:
novembre-dicembre
pagine:
64
Gli articoli
Impreparati alla complessità
di Nicola Armaroli
GUEST EDITORIAL
Il tempo della complessità
di Giorgio Parisi
DAL MONDO
a cura di Luigi Minervini
ARTICOLI
BIOLOGIA
Ecologia e sistemi biologici nel paradigma di Parisi
di Chiara Cammarota, Enzo Marinari
SCIENZE SOCIALI
La complessità delle interazioni fra individui
di Andrea Baronchelli
FISICA E COMPUTER SCIENCE
La teoria della complessità nei problemi di ottimizzazione
di Maria Chiara Angelini, Federico Ricci-Tersenghi
FINANZA
La complessità in finanza: tra economia, matematica e psicologia
di Stefano Ciliberti
FILOSOFIA
La complessità dimostrata: un esperimento a cielo aperto
di Elena Gagliasso
SCIENZA A SCUOLA
I musei della matematica: complementi di materia!
di Sandra Lucente
STORIE DI SCIENZA
Quando abbiamo capito di non capire tutto?
di Vincenzo Palermo
A TU PER TU CON...
... Saverio Pascazio
di Giuliana Galati
SCATTI DI SCIENZA
Una scultura dedicata ad Ada Lovelace
di Carla Petrocelli
RUBRICHE
FISICA TRA I BANCHI
Allenarsi a correre sulla sabbia
di Federico Benuzzi
spazio alla scuola
Paolo Rossi e la complessità
di Stefano Sandrelli
HOMO MATHEMATICUS
Il battito fatale
di Roberto Natalini
BIOTECNO-CHE?
Il presente biotech del latte
di Stefano Bertacchi
LA FORMULA
Misurare la complessità
di Tommaso Castellani
INNOVAZIONE 4.0
Intelligenza artificiale e neuroscienze
di Paolo Berra
SCIENZA IN CUCINA
La complessità? È semplice
di Hervé This
cervelli non in fuga
Uscire dalla moda usa e getta
di Riccardo De Marco
L'ISTINTO MUSICALE
La potenza “spettrale” della musica
di Philip Ball
SCIENZA LIGHT
LIBRI
IL RACCONTO
Viaggio di un professore tedesco all’Eldorado
di Giuseppe Mussardo
LA MAPPA
L’estate senza fine
Mentre scrivo è in corso l’annuale vertice mondiale sul clima (COP 27), in Egitto. Un mondo normale, consapevole del rischio esiziale posto dalla crisi climatica alla nostra civiltà, dovrebbe farne l’evento dell’anno. In pratica, invece, è ormai derubricato a uno stanco atto dovuto, capace di produrre lunghe liste di buone intenzioni da parte dei governi, cui seguono fatti pari quasi a zero.
Il primo “allarme rosso” ufficiale sul clima fu lanciato all’opinione pubblica mondiale esattamente 30 anni fa, al Summit della Terra di Rio de Janeiro. Da allora l’umanità ha immesso più biossido di carbonio (CO2) in atmosfera che in tutta la sua millenaria storia precedente. La concentrazione di CO2 (e di metano) continua a crescere anno dopo anno, terremotando la stabilità climatica di questo periodo geologico e certificando una totale assenza di leadership politica globale e visione del futuro. Non mancano, però, esperti con la soluzione in tasca: basta obbligare la Cina a emettere meno!
Inutile ogni sforzo per spiegare che l’attribuzione delle emissioni e l’individuazione di “colpevoli” è un’operazione alquanto spericolata, che deve tener conto di molti e molto disparati fattori. Ne cito solo quattro: a) la stabilità secolare della molecola di CO2 in atmosfera, per cui il calcolo delle emissioni deve essere cumulativo nel tempo; b) la necessità di pesare il contributo di ogni nazione sul numero degli abitanti; c) il carico rilevante di altri fattori emissivi diretti e indiretti: uno per tutti, la deforestazione; d) la produzione di CO2 per conto terzi a causa della delocalizzazione industriale...
Tenuto conto di tutto questo, il cittadino più “emettitore” del mondo risulta essere forse il più insospettabile: il neozelandese. Le massicce deforestazioni del XIX secolo in Nuova Zelanda, infatti, pesano ancora sulle spalle di un Paese che oggi è un esempio di sostenibilità. In questa classifica il cittadino cinese non compare nelle prime 20 posizioni. Ma ciò non cancella il fatto che la lotta ai cambiamenti climatici non avrà successo senza tagli decisi alle emissioni di Cina e India (nella quale vivono ancora centinaia di milioni di persone nell’assoluta indigenza).
In breve: il problema del taglio delle emissioni è caratterizzato da una gigantesca complessità, che affonda le radici nel tempo e nello spazio e alimenta la paralisi dei negoziati sul clima cui assistiamo, impotenti, da anni.
Non solo per il clima, ma anche per altri problemi che ci affliggono con crescente intensità, abbondano i promotori di “soluzioni” semplici che ci liberano dalla fatica di affrontare l’enorme complessità di una comunità globale di 8 miliardi di persone in condizioni sociali, economiche, storiche e culturali diversissime, ma ormai inesorabilmente legate da un destino comune. Flussi in crescita di migranti e rifugiati? Innalziamo muri lungo i confini. La CO2 è un problema? Sotterriamola. A corto di energia? Ecco la fusione nucleare. E così via.
Affrontare la complessità è ineludibile, per curiosità intellettuale e, letteralmente, per la sopravvivenza. E di complessità parliamo in questo numero speciale, offrendo ai nostri lettori stimoli di approfondimento e riflessione su un tema così cruciale.
Sono davvero molto grato a Giorgio Parisi, che ha accettato tra i suoi mille impegni di scrivere l’editoriale del nostro numero speciale 2022, sapientemente curato da Tommaso Castellani. Un numero che, con una nuova veste grafica, attraversa la complessità dalla biologia all’ecologia, dalla fisica all’economia, passando per la filosofia. Un numero che farà particolarmente contenti i nostri lettori più “hard”.