Il romanzo del futuro

Isaac Asimov, Lester del Rey, Robert Sheckley, Arthur C. Clarke, Roger Zelazny, Philip K. Dick: i robot, i computer, il rapporto uomo-macchina, l'organizzazione futura dell'esistenza quotidiana nelle opere di notissimi autori di fantascienza (ma anche in "classici" come il Frankenstein di Mary Shelley, e nelle opere di scienziati come Fred Hoyle). Al centro dell'analisi dell'autrice è un'osservazione sorprendente: la maggior parte degli scrittori di fantascienza, sin dalla nascita del "genere", ha avuto atteggiamenti decisamente conservatori, quando non del tutto negativi, nei confronti dell'intelligenza artificiale; oggi ancora è scarsamente informata sulle tecnologie del computer e, invece di anticipare il futuro, finisce spesso per vedere superate le proprie previsioni dagli sviluppi più recenti della cibernetica. Degli oltre 200 romanzi e racconti qui esaminati, solo un'esigua parte considera i computer come il prossimo gradino della scala evolutiva dell'intelligenza nell'universo. Al contrario, la stragrande maggioranza di essi raffigura i robot e i computer come esseri disumanizzati e distruttivi. Concepito anche con l'intento di offrire al lettore "la prima bibliografia ragionata e completa su un tema specifico della fantascienza", la cibernetica, il volume suggerisce un'"estetica della fantascienza" in cui, per la prima volta, si fa strada la consapevolezza che la tecnologia sta diventando troppo complessa perché l'immaginazione letteraria possa impadronirsene senza appropriati strumenti; non è un caso, del resto, che la Warrick abbia sottoposto all'analisi del computer tutti i dati che ha raccolto.