George Gamow
La mia linea di Universo
Un'autobiografia informale
prefazione di Giulio Giorello - postfazione di Gino Segrè
traduzione di Laura BussottiDai «frammenti di memoria» del più eclettico scienziato del secolo scorso, il racconto della sua maturazione personale e scientifica, ma anche un'irriverente panoramica della scienza della prima metà del Novecento.
Fra le qualità che hanno fatto di George Gamow un protagonista assolutamente atipico della scienza del XX secolo spiccano due caratteristiche fondamentali: una smisurata curiosità per il funzionamento del mondo naturale e uno straordinario senso dell'umorismo. Entrambe queste doti si ritrovano in questa «autobiografia informale», che Gamow dedica per buona parte al racconto vivido (e a tratti decisamente comico) dei suoi primi trent'anni di vita e di attività scientifica: l'infanzia e l'istruzione universitaria a Odessa e a Leningrado; le ricerche presso i laboratori di Bohr e Rutherford; i rocamboleschi e sfortunati tentativi di fuga in Occidente. Ma in questo libro, straordinario per freschezza e irriverenza, la parabola personale di Gamow si intreccia con la storia della scienza del secolo scorso. Attraverso una serie di storielle «da raccontare agli amici attorno a un fuoco», e con l'aiuto di materiale illustrato (fotografie, disegni, fotomontaggi) altrettanto eterogeneo e irresistibile, lo sguardo divertito del lettore vedrà comporsi a poco a poco il quadro della scienza eroica e rudimentale della prima metà del secolo.
Prefazione all’edizione italiana di Giulio Giorello - Premessa di Stanislaw M. Ulam - Introduzione - 1. L’infanzia a Odessa - 2. I tempi dell’università a Leningrado - 3. All’estero a Gottinga, Copenaghen e Cambridge - 4. L’ultimo ritorno in Russia - 5. La campagna di Crimea - 6. Il Congresso Solvay - Epilogo - Note sulla mia vita negli Stati Uniti - Postfazione all’edizione italiana di Gino Segrè - Breve profilo cronologico della vita personale e professionale di George Gamow - Opere di George Gamow - Indice analitico
Introduzione
Tutti gli uomini di un certo valore che hanno fatto qualcosa di eccellente, o che possa assomigliare all’eccellenza, dovrebbero, se sono sinceri e onesti, raccontare la loro vita di loro stesso pugno; ma non è un’impresa da tentare prima dei quarant’anni. Venendomi in mente questo, ora che ho superato i cinquantotto anni e che mi trovo a Firenze, mia città natale...
Eh no! C’è qualcosa che non va. Oggi compio sessantacinque anni e non sono certo nato a Firenze.
Ah, ho capito. Sto solo parafrasando l’incipit dell’autobiografia di Benvenuto Cellini.
Ad ogni modo, è un incipit bellissimo e si adatta perfettamente a qualsiasi autobiografia, dunque perché non usarlo nella mia? A dire il vero, questo libro non è propriamente un’autobiografia convenzionale. È più un insieme di storielle, tutte su di me, e tutte rigorosamente vere. Però ho deciso di includere solo quelle che trovavo interessanti da scrivere e che quindi, penso, i lettori troveranno interessanti da leggere. Così, questa esposizione non è completa né uniforme. Numerosi eventi e periodi della mia vita che potrebbero essere di «notevole importanza biografica» sono stati tralasciati semplicemente perché mi sarei annoiato a raccontarli, molte omissioni sono dovute a motivi strettamente personali, dove «personali» significa riguardanti me o altre persone, e circa un decimo dell’un per cento è stato omesso perché si riferisce a materiale «top secret».
Quindi il contenuto del libro è costituito per lo più da storie che racconterei a un gruppetto di amici davanti a un fuoco scoppiettante dopo una buona cena, storie che mi piace raccontare e che spero che il mio uditorio ascolterà volentieri.
Per quanto riguarda il titolo del libro, si riferisce al continuo spazio-temporale relativistico a quattro dimensioni, dove tutto ciò che accade in un luogo in un istante è rappresentato da un punto. La successione di questi punti (o eventi) forma una linea di Universo.
4 marzo 1968
Boulder, Colorado
G.G.
Chiunque sia interessato a conoscere la parabola personale e scientifica di uno degli scienziati più geniali del Novecento, e curioso di scoprire le principali evoluzioni concettuali della scienza della prima metà del secolo.
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