Aa. Vv.
L'ipotesi del tripolarismo. Stati Uniti, Urss e Cina
a cura di G. Borsa, G. Bressi, A. Casella, F. Soglian, G. Valabrega, F. Vegas
Dalla crisi del bipolarismo all'avvento della Cina sulla scena mondiale: le relazioni triangolari fra le grandi potenze dalla seconda guerra mondiale ai nostri giorni.
La ricomparsa della Cina sulla scena internazionale, dopo anni di isolamento causato dalla rottura sempre più profonda con l’Unione Sovietica e dalla tempestosa esperienza della Rivoluzione culturale, è uno degli eventi mondiali recenti di maggiore spicco. Ma se il 1972 ha segnato, con la visita di Nixon a Pechino, la fine della guerra fredda in Asia, suggellata poco dopo dal ritiro americano dal Vietnam, non meno vistoso è stato il contemporaneo consolidamento della distensione tra Stati Uniti e URSS, anche se i rapporti fra le due «superpotenze» rimangono improntati a una fondamentale rivalità e soggetti a continue perturbazioni. Come si caratterizza l’assetto mondiale profilatosi negli ultimi anni dopo questi mutamenti? Si può parlare di un tripolarismo USA-URSS-Cina, oppure sopravvive l’ormai vecchio bipolarismo Mosca-Washington, o non ci si avvia invece verso quel multipolarismo (tenendo cioè conto anche del Giappone, dell’Europa occidentale, ecc.) teorizzato dagli stessi Nixon e Kissinger? Gli autori di questo libro, che inaugura una nuova collana storica dell’ISPI, cercano di dare una prima risposta agli interrogativi suggeriti dalle odierne realtà e linee di tendenza, sulla base di una minuziosa analisi delle relazioni fra quelle che sono comunque le tre maggiori potenze della Terra, almeno sul piano militare, a partire dalla seconda guerra mondiale. Esiste infatti un «triangolo» Washington-Mosca-Pechino da riscoprire e da puntualizzare storicamente a prescindere dalla validità o meno dell’ipotesi del tripolarismo.