Lina Morino
La comunità europea e l'Africa
La necessità di nuovi rapporti tra «sviluppo» e «sottosviluppo», come condizione indispensabile per il processo unitario dei Paesi europei.
All’indomani della Seconda guerra mondiale volgono a radicale trasformazione la struttura dello Stato e le stesse realtà nazionali. Assumono rilevanza i nuovi legami dei paesi europei con l’Africa e il Commonwealth: Europa e Terzo Mondo prendono via via un tracciato globale che investe le varie dimensioni dello sviluppo. Il presente volume si addentra con precisa indagine e senso critico nel vivo dei problemi e delle non facili trattative. Si delineano aspetti contrastanti e interpretazioni varie dei fondamenti giuridici e della procedura d’associazione. L’obiettivo comunitario è comunque di stabilire veri e propri rapporti di cooperazione fra «Stati sovrani»; rapporti che traggono la loro validità da chiare direttrici storico-politiche. L’Europa deve accelerare il suo processo unitario e deve realizzare un nuovo modello di sviluppo. La realtà odierna europea non è delle più confortanti. Pure, anche se per strade tortuose e con ingiustificabili ritardi, la politica di Bruxelles ha avuto il merito di portare a questo sbocco. In quest’ultimo anno poi, prima a Kingston nella Giamaica (luglio ’74) facendo il primo passo verso un nuovo ordinamento economico mondiale, poi a Lomé nel Togo (febbraio ’75) con la Convenzione firmata con 46 paesi d’Africa dei Caraibi del Pacifico, fra entità industrializzate e paesi in via di sviluppo, la Comunità ha chiaramente dimostrato di attestarsi su una prospettiva lungiminante.