Antonio Massimo Calderazzi
Il modello britannico
L'arte del meno peggio
La Gran Bretagna fra passato e futuro in un saggio che discute sull'utilità del modello inglese (buon senso di empiria) della democrazia parlamentare.
Con questo volume si apre la nuova serie della collana «Problemi del giorno», sempre curata dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e ora pubblicata dalle edizioni Dedalo. Il Modello britannico non è un saggio, ma un tableau di strutture e di meccanismi brittannici, un prospetto a metà strada fra divulgazione e approfondimento. Il modello britannico fornisce nuovi elementi di giudizio su aspetti noti, quali lo spegnersi di Westminster, le spinte al governo presidenziale, la natura Whig di entrambi i grandi partiti, le contrazioni e dilazioni del settore nazionalizzato. Offre altresì notizie su situazioni relativamente poco conosciute: le strutture «gotiche» della magistratura; il sistema fiscale e quello previdenziale; i mandarini di Whitehall; televisione, finanza, agricoltura, cooperative; la transizione dal vecchio selfgovernment al regionalismo. Questa riscoperta della Gran Bretagna si impone in quanto l’impero oceanico è finito, è divenuto partner della costruzione europea. Ma per l’Autore c’è molto di più. Si sta consumando ovunque la crisi estrema della democrazia parlamentare e del partitismo. Al tempo stesso si conferma l’inconsistenza dell’alternativa comunista; altre non ce n’è, al momento. La lezione britannica – l’arte del meno peggio – è nel disamore per tutte le ideologie, nel disinteresse per la coerenza e la simmetria, nel primato del buon senso, nella superiorità dell’empiria e della contaminazione. È anche nella minore gravità di mali come il sottogoverno e la disonestà dei politici. La Gran Bretagna invecchia in buona salute. Nell’Europa continentale il gioco politico è partito per la tangente, se si preferisce, «slitta» come una frizione logora. In Gran Bretagna, con il relativismo e l’approssimazione permanente, si riesce a prolungare l’utilità residua delle cose che funzionano. Da quale esperienza attuale può venirci uno spunto per rimediare ai mali peggiori, se non da quella britannica?